Keikogi 合気道着
l Il keikogi tradizionale deve essere di colore bianco (simbolo di purezza) e fatto di cotone intrecciato in modo che possa, durante l’allenamento, favorire da un lato la traspirazione e dall’altro, l’assorbimento del sudore.
E’ costituito da una giacca o uwagi, da un paio di pantaloni o zubon e da una cintura detta obi.
E’ singolare che tutti i praticanti di un’arte marziale si conformino allo stesso vestito, ma è chiaro il significato.
In Oriente, ma anche in Occidente nei tempi addietro la società era divisa strettamente in classi con abiti corrispondenti al proprio rango sociale.
Nei dojo tradizionali di allora, come di oggi, l’uniformarsi allo stesso indumento valeva ad abbattere il concetto di una differenzazione classista. Ciò che vale è solo il progresso nell’apprendimento dell’arte e questo è definito in qualche modo dal colore della cintura.
A dire il vero ai tre colori tradizionali: bianco, marrone e nero si sono aggiunti un’infinità di altri colori qui in Occidente, ma per fortuna non nella sfera Aikidoistica.
Gli yudansha (gradi dan) o “cinture nere” indossano anche l’abito tradizionale dei bushi l’hakama.
Il bianco gi non deve essere inquinato da distintivi o patacche che non hanno nulla a vedere con la tradizione. Deve essere immacolato e sempre tenuto in ordine.
Origini
E’ molto probabile che dobbiamo l’attuale nostra uniforme ai monaci guerrieri, i quali avevano l’abitudine di allenarsi,svestendosi dei loro abiti al fine di evitare distinzioni dovute al colore dei loro indumenti e che, come sappiamo, indicavano la carica ricoperta nell’Ordine.
Restavano così in sottoveste che tra l’altro era più pratico per combattere.Conservavano però la loro sciarpa o kesa ( kasaya in sanscrito ) che usavano annodarsi in vita e che originò l’attuale cintura.
Nessuno doveva distinguersi per il ruolo ricoperto.In un dojo tutti sono uguali. La nascita del keikogi bianco nasce poi verso la fine degli anni ’80, ereditato dalle varie scuole di ju jitsu, che fino ad allora usavano sì l’attuale tenuta, ma di colori diversi a seconda della scuola.Con l’unificazione di vari metodi di ju jitsu nell’attuale judo nasce il bianco gi.
Il colore bianco indica la purezza, ma è anche il colore del lutto in Giappone.
I morti sono vestiti di bianco.
Questo indica che siamo pronti a non attaccarci troppo alle cose terrene e a far morire l’Ego.
La differenza sta che il lato sinistro del nostro keikogi va sul destro a differenza dei morti che hanno la parte destra della giacca su quella sinistra.Anche nel Karate si usa un keikogi simile al nostro, ma più leggero.
La storia dice che Gichin Funakoshi, il fondatore moderno del Karate, fu invitato ad Okinawa in Giappone a tenere una dimostrazione presso il Kodokan di Jigoro Kano, fondatore del Judo.
Fino ad allora in Okinawa ci si allenava a torso nudo e pantaloni corti, dato il caldo umido di quelle zone.
Fu Funakoshi che in quella occasione, ispirandosi alla divisa del Judo , confezionò l’attuale karategi solo più leggero per agevolare i movimenti.
Si dice che quando Funakoshi vide gli altri marzialisti nelle loro divise bianche inviò alcuni dei suoi al mercato per comprare delle stoffe bianche e far confezionare velocemente i keikogi.
Cintura 帯
In Aikido si utilizza la cintura bianca fino al 1° Kyù e nera per i gradi dan.
Va annodata al di sotto dell’ombelico.La cintura rappresenta la nostra maestria nell’arte e quindi non solo non va prestata, ma tradizionalmente neanche lavata.
Lavare una cintura è come eliminare l’esperienza e il sudore che essa conserva.
Ha un grande significato ed è il Maestro che per tradizione la regala alle cinture nere.
Hakama 袴
I gradi dan indossano oltre il keikogi anche l’hakama,( nello specifico umanori 馬乗り- una specie di gonna pantaloni,di colore nero o blu – per distinguerla da un altro tipo di hakama non divisa detta gyōtō hakama ( 行灯袴)
E’ forse il più tradizionale degli indumenti e molte arti, oltre l’Aikido, la utilizzano.
L’hakama si indossa solo quando si diventa cintura nera e nessun praticante serio, maschio o femmina, si sognerebbe di indossarla prima del tempo.
L’hakama porta davanti una serie di cinque pieghe e due posteriori, in tutto sette.
Queste pieghe rappresentano le sette virtù dei praticanti di arti marziali e ogni cintura nera deve conoscerneil significato, affinchè non si consideri l’hakama solo un segno distintivo o di prestigio.
Essa deve indurre all’umiltà e a perseguire i valori che racchiude nelle sue pieghe. Essa li rammenta a noi.
Jin (benevolenza) – Rei (etichetta e gentilezza) – Gi (giustizia) – Chi (saggezza) –Shin (sincerità)- Koh (pietà) – Chu (lealtà)
( Jin-Rei-Gi-Chi-Shin: pieghe anteriori – Koh-Chu: pieghe posteriori)
Ed è anche per questo che gli yudansha alla fine della loro lezione mettono così tanta attenzione nel riporre al posto giusto le pieghe della loro hakama.E’ un modo, nel ripiegare la propria hakama, di rammentarsi dei valori che perseguono.