VARI TIPI DI KEIKO IN AIKIDO PRATICATI NEL NOSTRO DOJO
1) Il Kata -geiko è l’allenamento di base, si praticano le tecniche così come sono state tramandate; secondo un certo ordine, senza variazioni, con un certo ritmo. Sostanzialmente l’allenamento Kata (kata-geiko) serve per imparare, memorizzare per poter trasmettere.
2) Il Kagari-geiko è l’allenamento di gruppo e si può praticare linearmente, in cerchio oppure a croce.La pratica lineare consiste nel disporre in fila i vari attaccanti, i quali attaccheranno uno per volta, in sequenza.
Nel modo circolare gli attaccanti (uke) si dispongono intorno a colui che si difende (tori) e colpiranno o attendendo uno sguardo di tori, oppure di propria iniziativa (attaccando anche due o tre per volta!).
Scopo del kagari-geiko è di far acquisire al praticante la percezione spazio-temporale, con il tempo imparerà a diminuire il tempo di reazione, ad aumentare la varietà di tecniche utilizzate e ad avere più coscienza dello spazio circostante.
3) L’Oyo-geiko è un metodo di allenamento che consiste nell’applicazione di una certa tecnica variando il tipo di attacco rispetto a quello ideale, cioè tramandato, codificato. Ciò consentirà di padroneggiare completamente una tecnica. Con il tempo il praticante si specializzerà in un gruppo ristretto di tecniche (non più di dieci o quindici) che “sicuramente” riuscirà ad applicare contro diversi tipi di attacchi. In questa fase ci si appresta ad abbandonare “la base” studiata per tanto tempo (almeno dieci anni), con tanta perfezione.
4) Il Renzoku-geiko (allenamento di “concatenamento” della tecnica di difesa) consiste in una prima applicazione della tecnica di base, codificata, che verrà tempestivamente modificata in un’altra tecnica di base quando colui che si difende (tori) si accorgerà della mancanza di un elemento necessario all’applicazione della tecnica di base di partenza (es: assenza di sbilanciamento, l’avanzamento di una gamba anziché un’altra, ecc…).
5) Il Kaeshi- geiko è l’allenamento alle contro tecniche, il cui scopo è quello di acquisire sensibilità alla reazione di colui che attacca o meglio riceve l’energia (uke).
E’ l’anticamera dell’allenamento libero (randoru) che è lo stadio più elevato di studio. In pratica è uno stadio in cui due praticanti, generalmente molto affiatati, cercano di cogliere un punto debole durante l’esecuzione della tecnica del compagno. E’ un allenamento difficile, non privo di rischi di incidenti; per questo è praticato soltanto da studenti di grado superiore. Si parte da una tecnica di base e, se il compagno avverte un punto debole nell’esecuzione di questa, cerca di opporsi con un’altra tecnica adeguata. Occorre essere molto sinceri, perché bisogna resistere e reagire soltanto in caso di una reale imperfezione nella tecnica. In questa fase si abbandona la base, si praticano solamente le tecniche personalizzate anche se ogni tanto il praticante ritornerà ad allenarsi con i gradi inferiori praticando le tecniche di base nella maniera più precisa possibile, anzi soltanto adesso sarà pienamente cosciente della validità delle stesse.
6) Il Randoru-geiko (allenamento al movimento libero), da non confondersi con il RANDORI del judo è il fine di tutti gli altri tipi di allenamento.
Randoru vuol dire “libertà di azione” intesa come mancanza di regole (ran in giapponese vuol dire caos, ribellione), non esistono più tecniche di base, non esistono più ruoli (colui che attacca e colui che si difende), essi vengono interscambiati a seconda delle necessità.
( Rino Bonanno)